Guardarlo negli occhi e abbracciarlo, almeno un’altra volta soltanto. Di Giuseppe Sannino

10 Gennaio 2025

L’autore in questo racconto demarca bene le regole del mondo presoggettivo e quello intersoggettivo; nel primo vige la regola “la tua morte è la mia vita (= amore utilitaristico)”; nel secondo vige la regola “la tua morte è la mia morte, la tua vita è la mia vita (amore sacrificale)”.
Nel mondo presoggettivo pur vedendosi e toccandosi non ci si incontra; nel secondo ci si incontra di là dal vedersi e toccarsi.
La tristezza nell’incontro tra l’avvocato e la donna sessantenne rivela la necessità di dover distinguere l’amore utilitaristico da quello sacrificale. L’amore sacrificale per il bene di tutti fa anche domande che fanno soffrire: l’avvocato con delicatezza chiede alla signora se vuole conoscere il figlio perché è diventato ricco. La tristezza tra l’avvocato e la signora li ha fatti incontrare di là del vedersi e del toccarsi. Tale amore sacrificale mette l’ansia che fa cercare e permette di incontrarsi anche vedendosi e toccandosi. Ciò è descritto in modo magistrale nell’incontro tra il carabiniere, l’avvocato e la vecchia signora: l’amore sacrificale li ha fatti diventare vera madre, veri figli e veri fratelli.

G. Ariano

03 Guardarlo negli occhi e abbracciarlo, almeno un’altra volta soltanto. Di Giuseppe Sannino