Caro Franco

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Giovanni Ariano, psicologo e psicoterapeuta, presidente della SIPI e di Integrazioni. Direttore della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Integrata (SIPI). Da più di trent’anni si occupa di clinica, di didattica e di ricerca in salute mentale con particolare riguardo ai pazienti gravi, applicando il suo Modello Strutturale Integrato (msi). É autore di numerosi articoli e libri sulla psicopatologia e sulla psicoterapia pubblicati con diverse case editrici (Borla, Giuffè, Armando, Franco Angeli). Tra questi ricordiamo: Diventare Uomo (Armando, 2000). Dolore per la crescita (Armando, 2005). Con questa casa editrice: Esercizi di intersoggettività. I V(v)alori tra relativismo e intersoggettività (2008), Il corpo muto. Diagnosi e cura dell’anoressia mentale (2010), Il Metodo Rorschach. Teoria e pratica secondo il msi (2014).

Descrizione

In questo lavoro l’autore immagina di scrivere una lettera a Franco Basaglia, l’ideatore della legge 180 che ha permesso la chiusura dei manicomi in Italia. In essa è presente sia il rispetto verso chi ha dedicato la vita alla cura del malato mentale, sia la rabbia verso un modello di malattia mentale come semplice “problema sociale”, che contrariamente alle aspettative di Basaglia, sta riducendo la cura del malato mentale ad una “camicia di forza farmacologica” ricoperta da una “psicoriabilitazione intrattieni”. Tale prassi, creando cronicità, rinforza il pregiudizio della inguaribilità del malato mentale.

L’autore propone una psicoriabilitazione dal volto umano in cui: a. il farmaco diventa solo uno strumento momentaneo per aiutare il malato a prendere coscienza dei suoi problemi e il modo di affrontarli; b. il lavoro di risanamento del contesto familiare e sociale in cui vive il paziente resta indispensabile; c. la psicoterapia (individuale, di famiglia e di gruppo) assurge a luogo privilegiato per curare un modo di pensare, difetto base del malato mentale, che impedisce lo sviluppo di una sana soggettività ed intersoggettività.