Un modo costruttivo per un corretto orientamento vocazionale
1 Le scienze umane e la scelta vocazionale
Nei documenti della Chiesa ricorre sempre più frequentemente l’esortazione a fare riferimento alle scienze umane per un corretto discernimento e orientamento vocazionale. Rispetto ad una simile esortazione l’atteggiamento degli operatori vocazionali si scontra con i propri ed altrui pregiudizi rispetto alle scienze umane. Il desiderio di sottoporre ogni candidato ad una visita psicodiagnostica si scontra con la difficoltà di realizzarla e/o con il considerarla qualcosa di inutile. Sottoporre ogni persona ad una psicodiagnosi per essere definita sana, sembra qualcosa di poco praticabile.
Così, come rispetto alla salute si ricorre al medico quando se ne avverte la necessità, nell’orientamento vocazionale si ricorre all’esperto solo quando il formatore crede di trovarsi di fronte ad un candidato che si discosta dalla norma. Simili prassi è seguita dalla quasi totalità dei formatori, nonostante l’esortazione della Chiesa suggerisce qualcosa di più ricco e complesso.
Per i formatori più sensibili la prassi di inviare allo psicodiagnosta i candidati più “problematici” equivale ad attribuire ad alcuni candidati il marchio della “patologia”; dall’altra parte essi si sentono insoddisfatti di non poter utilizzare le scienze umane per tutti i candidati come sembrano consigliare i documenti della Chiesa.
Gli esperti di scienze umane, a loro volta, si trovano spesso a dover esaminare persone non motivate e ancor peggio costrette ad un simile accertamento. Infine se i risultati delle loro indagini evidenziano la presenza di problemi si trovano a dover affrontare situazioni di non facile soluzione: a. il candidato che non accetta i risultati della psicodiagnosi; b. il superiore che non li sa utilizzare; c. una psicodiagnosi che diventa distruttiva se non è inserita in un processo di maturazione, ecc.
Per superare questi problemi il servizio di orientamento vocazionale della SIPI ha approntato un modello di discernimento vocazionale che avendo per oggetto la maturazione umana permette di utilizzare i contributi delle scienze umane per tutti i candidati. Ciò viene fatto in uno spirito costruttivo e di valorizzazione delle qualità umane presenti in ogni candidato più che di ricerca delle streghe da condannare (= dichiarare non adatte alla vita consacrata). Solo all’interno di un servizio prestato ad ogni candidato, ed in un rapporto di fiducia, il tecnico può eccezionalmente usare strumenti psicodiagnostici che possono essere di aiuto alla crescita di ogni candidato ed al discernimento della sua vocazione.
Il nostro metodo consiste nel permettere ad ogni candidato di partecipare ad una serie di gruppi di incontro guidati da un esperto. Lo scopo di questi incontri è permettere a ciascuno di conoscere le proprie capacità umane per stimolare quelle assenti, gestire quelle presenti ed integrarle tutte per il raggiungimento di una vita felice in una vocazione adatta a ciascun candidato. La durata si aggira intorno alle ottanta ore di lavoro distribuite in un anno con una frequenza ideale ogni quindici giorni o mensile quando ciò non è possibile.
2 Le qualità umane necessarie al candidato alla vita consacrata
In una società evoluta e complessa come la nostra l’ideale di vita consacrata si è trasformato radicalmente. Non essendoci un ambiente sociale che sostiene una simile scelta, diventa necessario chiarire e purificare le motivazioni del candidato. Inoltre la vita consacrata attira alcune tipologie di persone più che altre.
Tra i candidati alla vita consacrata si nota una forte dissociazione tra i bisogni corporei/emotivi e i valori di verità/sacrificio creando spesso personalità ipocrite o angosciate. Ogni uomo nella sua crescita deve far fronte al mondo caotico che è dentro di sé e saperlo integrare in una struttura di personalità matura. Quando più intensa è la caoticità interiore, tanto più grande è il rischio della sua negazione cosciente e nello stesso tempo il suo influsso nefasto nella vita e nell’apostolato. Tra i candidati alla vita consacrata, una spiritualità che condanna ed ignora tutto ciò che è corporeo ed emotivo facilita lo strutturarsi di personalità anaffettive il cui ideale di amore professato rende arido sia la loro vita che quella delle persone con cui entrano in relazione. Facilita inoltre lo strutturarsi di personalità che, lottando in modo esagerato contro le pulsioni, fanno diventare la rabbia il loro sentimento dominante; simili persone diventano acide come i farisei del vangelo, prese dalla ossessione di osservare le regole si dimenticano dell’amore per il fratello che incontrano. Facilita infine personalità che non avendo integrato in modo adulto le proprie energie passano la vita in guerre interiori laceranti che rendono la loro vita un inferno, da cui trovano difficile uscire, più che una vocazione serena.
Il candidato alla vita consacrata perché possa attuare una scelta gioiosa e creativa per sé e per gli altri deve diventare consapevole sia delle sue emozioni che delle sue sensazioni corporee. Il corpo e le emozioni sono la parola della nostra incarnazione.
Sapere ciò che mi spaventa, quello che mi fa rabbia, ciò che mi rattrista e quello che mi rallegra è essenziale per ogni scelta matura. Le nostre parole, spesso ci ingannano circa le nostre emozioni; saper collegare le nostre emozioni al linguaggio corporeo ci dà certezza circa le genuinità delle nostre emozioni e ci salva da ipocrisie che spesso albergano nella vita delle persone consacrate. La capacità di gestire le nostre sensazioni ed emozioni, una volta che se ne ha coscienza, è un altro elemento fondamentale per una matura scelta vocazionale.
La conoscenza del nostro mondo fantasmatico, come segnale che ci svela ciò che desideriamo e temiamo è un altro linguaggio da non sottovalutare
3 Obiettivi
Gli obiettivi generali sono tre:
• Lavoro finalizzato alla crescita personale (= essere): i partecipanti saranno aiutate ad accrescere la propria consapevolezza rispetto al loro tipo di struttura psicologica, in modo da poter focalizzare pregi e limiti che influenzano o potrebbero influenzare, positivamente e negativamente, la propria scelta vocazionale.
• Lavoro finalizzato all’addestramento di tecniche specifiche d’intervento (= fare): per rendere più agevole la presa di coscienza di sé e degli altri i partecipanti saranno aiutate ad esercitarsi sugli atteggiamenti di empatia e congruenza che li rende più capaci di allacciare relazioni umane.
• Lavoro finalizzato all’apprendimento (sapere): i partecipanti saranno aiutati a riflettere sulla specificità e molteplicità delle problematiche che sorgono nella persona lungo il proprio ciclo vitale (= infanzia, prima e seconda adolescenza) sia nello sviluppo sano che patologico; sulle problematiche connesse al rapporto di ogni individuo con i gruppi di appartenenza (= fratelli, genitori, compagni, superiori) e con le istituzioni sociali (quartiere, parrocchia, scuola, gruppi di aggregazione, ecc.). Lo scopo è verificare il proprio sviluppo circa il ciclo della vita.
4 Durata
Il corso è annuale e prevede la frequenza di un giorno di quattro ore ogni quindici giorni o un giorno al mese di otto ore di lavoro. Le ottanta ore annuali saranno suddivise: 40 ore di lavoro in gruppo per la crescita personale; 20 ore di riflessione sui lavori svolti; 10 ore su domande da parte dei partecipanti;10 ore di teoria
5 Partecipanti
Il numero dei partecipanti va da un minimo di 10 ad un massimo di 15 unità.